L’immagine sopra – presa da internet – non poteva rendere il concetto più limpido. È classico l’esempio dei commessi che ogni giorno ne vedono di tutti i colori e anche io, con la mia fantasmagorica avventura in spiaggia, ne ho viste di belle. Ne elencherò alcune che mi hanno fatto ridere, allibire, ma anche un po’ di tenerezza:
- durante il turno della pausa alternata con i colleghi mi si avvicina un uomo visibilmente su di giri (alcolizzato o drogato, non saprei dirlo) che diceva di essere un istruttore di calcio e mi chiede se la zona dove stavo io facevano incontri di calcio con i ragazzi. Io ho risposto di no, che non ne sapevo nulla. Il signore, ricordo che disse: “Eh i giovani di oggi che non aiutano nessuno”, io ascoltavo ma senza rispondere e sperando che se ne andasse via presto. “Eh non si fa così, Lei è proprio una bugiarda” e se ne va farfugliando. Allibita, lo richiamo chiedendogli di ripetere, cosa che ha fatto ed io – con il mio spirito casinista – stavo facendo partire una discussione ma poi interrotta invitandolo ad andarsene. Fortunatamente non mi sono mossa dalla mia postazione per tutto il tempo tranne quando se n’è andato, quando ho chiamato il capo che non era reperibile. Quindi sono scesa per andare a parlarne con i cosiddetti mosconari che con abbastanza distacco e prepotenza mi spiegarono di conoscere già il tipo “non a posto” e uno di loro mi suggerì di dirlo agli agenti di polizia che, guarda caso, passava proprio in quel momento.
Morale: ritornata alla mia postazione ho poi constatato che gli agenti non hanno rintracciato il signore e in più le ho sentite dal capo. Grazie del supporto, Leader. - tranquilla nella mia postazione, mi si avvicina un signore tedesco che, dopo qualche scambio di parola, con atteggiamento da – fallito – seduttore insiste sul chiedere una foto insieme ed io, insistendo, gli rispondevo in tutta tranquillità (sorriso sempre stampato) che non potevo essendo in divisa da lavoro. Ritenta, sarai più fortunato. Ma non con me.
- turno di pausa alternata, io ero in servizio post-pranzo in tutta tranquillità. Una signora tedesca viene da me correndo, e quasi mi tira giù dalla torretta, urlando preoccupata che qualcosa l’ha punta.
Morale: chiamo l’infermiera dalla radio. Era un comunissimo pesce ragno. - era agosto e in un giorno qualunque di servizio mi si avvicina un ragazzo particolare, con sicuramente una sorta di ritardo mentale. Mi ha raccontato che già conosceva le mie colleghe delle torrette di fianco e si era proposto per diventare l’aiuto bagnino; il giorno seguente si era presentato pronto con il rastrello per pulire la mia zona recintata. Per qualche giorno ha fatto progetti di invitare tutti coloro che conosceva per una pizza prima che tornasse a casa e mi raccontava delle sue cose. A fine vacanza mi ha consegnato una lettera con un fiore appiattito e maleodorante: una dichiarazione d’amore del tutto sgrammaticata che mi ha ricordato lo stile delle dichiarazioni su bigliettini degli anni della scuola media.