Non doveva essere una bella avventura senza qualche disavventura con alcuni colleghi “pigne”.
La collega della secca.
Come quella volta in cui ero uscita in mare con il pattìno e le onde hanno cominciato a ballonzolare. Tutta intenda a vogare imprecando a mente, essendo un po’ in difficoltà, la mia collega pigna a fianco mi chiama per radio (ps. le cose dette via radio le sentono i colleghi lungo tutto l’arenile). Sei in secca!, mi esclama. No, ma ce la faccio, le rispondo di rimando. “E dammi il tempo e soprattutto la possibilità di farcela”, ho pensato.
Qualche giorno dopo, ad una riunione di ritrovo di inizio stagione con tutti i bagnini, il Leader ha ricordato vari episodi e accortezze varie. Inutile dire che ha citato anche il mio episodio. Grazie tante, Leader.
La collega della pausa.
Era il turno della pausa alternata e la mia era finita. Premetto che durante la mia pausa ho visto il collega che dalla sua zona (delimitata “invisibilmente” fino a metà della mia) ha oltrepassato fin oltre la mia zona. Io sapevo un’altra cosa – spiegata prima -. Bene, ritornando al servizio post-pranzo, momento tranquillo in cui c’è poca gente perché gran parte delle persone sono andate a pappare. Faccio quindi delle passeggiate e oltrepasso anche la zona del mio collega. Una volta. Alla seconda mi sento chiamare. Mi giro e la mia collega arriva quasi di corsa rimproverandomi che devo stare nella mia zona con atteggiamento supponente e antipaticamente intimidatorio. Le faccio notare che il collega ha fatto lo stesso e che, essendo nuova, prendo esempio da loro colleghi. Ripete con lo stesso fare da professorina le stesse cose di prima, aggiungendo Ma io lo picchio riferendosi al collega prima. “Fai quello che ti pare, ma non mi trattare come se fossi una cretina solo perché tu hai più esperienza di me”, ho pensato.
E sono stata brava a trattenermi nel darle due ceffoni. Avevo pure la divisa. E una reputazione da difendere. E lei non meritava nemmeno avere per sbaglio un minimo del mio DNA.
Morale: non le ho mai più rivolto parola.
Il collega quasi muto che mi crea sempre disagi e i colleghi delle cabine aperte
Questo collega ogni volta mi metteva in difficoltà con il tutto il materiale. Una volta essendo arrivata in anticipo come sempre, non avevo voglia di stare ad aspettarlo sapendo dei suoi ritardi, perciò mi sono fatta aprire la cabina dal bagnino di terra gliel’ho lasciata aperta (avendo lui sicuramente il passpartout come tutti). A fine giornata, dato che lui se la svigna sempre prima, mi sono ritrovata la cabina aperta e sono dovuta andare alla ricerca del bagnino di terra per farla chiudere, non prima di averlo fatto notare nel gruppo dei bagnini. Episodio comune anche ad altri colleghi. Una sera sono dovuta ritornare in spiaggia per chiudere una cabina perché altri due colleghi il giorno dopo non ci sarebbero stati. Grazie Leader, potevi benissimo farlo tu (come avevi detto che avresti fatto) dato che alloggiavi praticamente di fronte alla spiaggia e non a 26 km di distanza!
Sempre questo collega, con cui per qualche settimana ho dovuto condividere pure la torretta essendo in un’altra spiaggia e in confronto i pesci parlavano di più, mi ha fatto attendere all’incirca mezz’ora perché venisse a prendersi il borsone della spiaggia. E lui tranquillo che arriva e se la porta via. Bel ragazzo, ma tanto antipatico.